In ognuno di noi soggiorna un lato oscuro, con il quale forse è meglio dialogare, perchè se troppo a lungo volutamente ignorato, esso può diventare prepotente e pericoloso...

venerdì 7 ottobre 2011

Diario di un lupo mannaro


Ci stavo pensando parecchio in questi giorni. Fra le letture che mi son rimaste incise nella memoria "nera" c'è il "Diario di un lupo mannaro". Ricordavo che si trattava di un libro di Urania. Chiudendo gli occhi, mi vedevo ragazzina, seduta sul tappeto della camera dei miei, a gambe incrociate, scorrere le pagine, affascinata. Nota bene: stiamo parlando di fine anni '70-primi anni '80, mica dell'altro ieri! ;-)

Il racconto era strutturato in forma di diario e descriveva la vacanza solitaria di un tizio (sto andando solamente a ricordi, perdonatemi le imprecisioni) in uno chalet di montagna. Gradualmente, il tizio nota dei cambiamenti su di sé e sulle proprie pulsioni. Abitudini e inclinazioni che non gli sono mai appartenute s’impossessano di lui, portandolo a gesti a lui estranei e inquietanti ma liberatori. Nel momento della scrittura del diario, però, la lucidità "umana" lo riporta in sé e il suo racconto diventa una testimonianza angosciante e affranta di ciò che egli compie vagando nella foresta, aggravata dalla consapevolezza della propria impotenza di fronte all'inevitabile trasformazione che sta subendo. In poche parole, il tizio diventa un lupo mannaro e la notte va a caccia delle sue vittime umane.

Curiosando sul web, ho trovato un forum dove si parla proprio di questo racconto: licantropi.forumcommunity.net. Il titolo lo ricordavo bene, "Diario di un lupo mannaro", di Brennan. Non ricordavo invece il titolo della raccolta di cui faceva parte: "Mostra di mostri", antologia curata da Elwood e pubblicata dalla Mondadori nel 1979 come volumetto da edicola di Urania (n. 795). Ciò che proprio non faceva parte dei miei ricordi è che, dicono nel forum, il racconto verte sulla licantropia vista come forma di schizofrenia, senza alcun cambiamento fisico... beh, si vede che la mia memoria l'ha un po' trasformato ;-)

Penso che quello che mi ha tanto colpito, per farlo spiccare nei miei ricordi dopo... più di 30 anni (!) sia proprio il graduale passaggio da una situazione più che normale, di ricerca della tranquillità, come può essere una vacanza, all'incubo ormai inarrestabile che cattura il protagonista, conducendolo verso l'inevitabile. Quando il tizio si rende conto che ciò che sta accadendo è davvero grave, è "Male", oramai è troppo tardi e non gli resta che cercare di lasciare una testimonianza in forma epistolare per spiegare nei dettagli cosa gli è successo.

Ancora una volta, dunque, affascinata dal lento e inevitabile processo per giungere alla nostra metà oscura...