In ognuno di noi soggiorna un lato oscuro, con il quale forse è meglio dialogare, perchè se troppo a lungo volutamente ignorato, esso può diventare prepotente e pericoloso...

giovedì 27 settembre 2012

Ispirazione e felicità

Stamattina pensavo alla relazione che passa tra la vena creativa e lo stato di gioia. Sto vivendo un momento di particolare felicità della mia vita e mi sono resa conto che la tastiera mi attrae molto meno. E non è soltanto una questione di impegni che lasciano meno spazio alla scrittura, è proprio una mancanza di ispirazione. Sottolineo che, a mio modo di vedere le cose, lo scrittore si concentra e si impegna nella sua attività anche quando non si sente particolarmente ispirato, perché sempre di un lavoro si tratta, e si lavora anche quando si ha voglia di andare a spasso. E c'è da dire che ora non ho modo di essere costante nella mia attività. Ma quel che mi son chiesta più profondamente stamattina è:
può uno stato di gioia e benessere riempirti l'anima e non permetterle di indagare sui turbamenti umani? È dunque possibile che uno scrittore di storie inquietanti arrivi a un blocco se è felice e appagato? Poi mi sono risposta: se fosse così, Stephen King sarebbe un infelice cronico, tormentato, angosciato e depresso, e io ho sempre avuto l'impressione che non sia così...! SHINING!!!!!!!!!!!!

lunedì 19 marzo 2012

Un libro diventa di chi lo legge


Dopo aver pubblicato TRE INNOCUI DELIRI ho imparato davvero tanto sulla scrittura. Il mondo che ho trovato, i feedback che mi sono arrivati, mi hanno fatto intuire (capire sarebbe troppo) i mille aspetti di questo Mestiere. Perchè così lo vedo io, come un Mestiere. Non come un bisogno né come uno sfogo, ma come un Mestiere, con la M maiuscola.
Una volta pubblicato, il mio libro di racconti è diventato di tutti quelli che volevano leggerlo. Ognuno ci ha visto delle cose differenti, e in questo modo le ho viste anch'io. E ho scoperto questa magia unica di cui può godere lo scrittore. L'ho visto prendere decine di sfaccettature diverse, che sono uscite anche senza il mio controllo, a volte.
Io scrivo di paure, di lati oscuri, di bivi inquietanti, di dialogo tra noi e quell'altra parte di noi, che sta oltre lo specchio. Ma in realtà scrivo di emozioni, delle mie e delle vostre.
La mia testa mi propone delle storie e io decido di metterle sulla carta. Mentre scrivo, le storie si sviluppano, si svelano, si arricchiscono, e portano un messaggio. Quale sia il messaggio, ogni lettore lo stabilisce per conto suo. L'importante è che un messaggio arrivi. Può essere divertente (anche la paura può esserlo), può essere angosciante, può essere leggero o pesante, può durare pochi minuti o restare impresso per anni. Ciò che conta è che, almeno per un attimo, smuova qualcosa.
I due romanzi che ho "covato" in seguito hanno fatto tesoro di questo insegnamento, nutriti da un'altra consapevolezza.
Se hai letto TRE INNOCUI DELIRI e hai provato un brivido, qualunque esso sia, ho svolto bene il mio Mestiere.