In ognuno di noi soggiorna un lato oscuro, con il quale forse è meglio dialogare, perchè se troppo a lungo volutamente ignorato, esso può diventare prepotente e pericoloso...

martedì 25 gennaio 2011

Ricordando Il villaggio dei dannati


Voglio dedicarmi ancora ai classici del brivido che hanno lasciato il segno nei miei ricordi, come in quelli di tanti altri amanti del genere. Tra questi, un posto è sicuramente occupato da "Il villaggio dei dannati" (Village of the Damned), un film di fantascienza del 1960 diretto dal regista Wolf Rilla.

Nella mia memoria sono rimasti impressi gli occhi luminescenti dei bellissimi bambini biondi, tutt'altro che umani, nell'aspetto e nell'indole. Ma ciò che ancor più ha colpito la mia immaginazione vedendo il film, quand'ero ancora una bambina, è la rappresentazione del muro nella mente del protagonista, interpretato da George Sanders. L'uomo, per evitare di farsi leggere nel pensiero dai bimbi alieni, si concentra escluisivamente sull'immagine di un muro di mattoni, riuscendo così a creare una barriera per nascondere i suoi reali pensieri, incentrati sulla distruzione di tutti loro.

Un altro esempio di alta tensione, creata non con effetti speciali stupefacenti, ma con piccoli accorgimenti di grande effetto. Ciò che crea lo stato di inquietudine che incolla sulla poltrona lo spettatore è il dettaglio. Il tema del plagio mentale, poi, resta un must che fa sempre riflettere.

Questo breve viaggio nei ricordi più incisivi che hanno dettato il mio amore per la fantascienza e per il brivido mi dà ora lo spunto per una lettura del romanzo al quale il film è ispirato: I figli dell'invasione (1957) di John Wyndham. Qualcuno di voi l'ha forse letto?

Mymovies - Il villaggio dei dannati



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